La digestione influisce molto sul nostro benessere. Nel tragitto dalla bocca all’intestino crasso il nostro corpo assorbe dagli alimenti le sostanze nutritive di cui ha bisogno per funzionare.
Un apparato digerente ben funzionante è la premessa per la nostra salute. In esso i succhi digestivi e i batteri trasformano il cibo e i nutrienti entrano nel flusso sanguigno. Tra questi ultimi figurano proteine, grassi e carboidrati. Essi sono sostanze indispensabili per la vita dell’organismo, cui forniscono energia. Grazie a tali sostanze, esso può crescere, rigenerarsi e continuare a svolgere senza problemi le sue funzioni vitali. Ogni alimento che ingeriamo attraversa passo dopo passo ciascun organo della digestione.
Passando per la bocca e l’esofago, il cibo arriva allo stomaco, poi nell’intestino tenue e, infine, nell’intestino crasso. Durante questo viaggio, il corpo assorbe tutti i nutrienti utilizzabili, espellendo alla fine i resti non assimilabili. Il cibo scivola con relativa velocità lungo l’esofago e l’intestino tenue. I tempi di permanenza nello stomaco variano in base alla composizione dei nutrienti. Lo svuotamento completo dello stomaco può richiedere fino a sei ore. Nell’intestino crasso, invece, il bolo permane per un periodo compreso tra uno e tre giorni.
Lo stimolo della fame scatta nel nostro cervello. Il bisogno fisiologico ci protegge dalla denutrizione e dalle carenze nutrizionali. Se la glicemia è bassa, il centro della fame nel cervello riceve un segnale e innesca lo stimolo della fame. Mentre si mangia, i nervi inoltrano a loro volta segnali al centro della sazietà e il cervello inibisce il desiderio di cibo. Anche l’appetito ha origine nel cervello. Tuttavia, si tratta di uno stato psichico, che descrive il forte desiderio di qualcosa di specifico.
Quando mastichiamo, i denti sminuzzano meccanicamente gli alimenti. L’enzima amilasi che si trova nella saliva scinde i carboidrati chimicamente. Dopodiché la lingua trasporta il bolo nel palato. Il palato molle impedisce che durante la deglutizione i pezzi di cibo finiscano nelle vie rinofaringee. In questo frangente, l’epiglottide sbarra l’accesso alla trachea per evitare che il cibo vada di traverso.
Spinto dal riflesso della deglutizione, il bolo raggiunge l’esofago, costituito da tanti muscoli circolari che producono onde ritmiche: i muscoli a monte del bolo si contraggono, quelli a valle si distendono. Questo fenomeno è chiamato peristalsi. Il bolo viene trasportato così in direzione dello stomaco. Ciò dura tra i quattro e i sei secondi.
Quando il bolo giunge all’ingresso dello stomaco, tale passaggio si apre automaticamente. Il nostro stomaco secerne circa due litri di succo gastrico al giorno. Questo succo contiene acido cloridrico ed enzimi per la digestione delle proteine. L’enzima pepsina scinde le proteine in frammenti più piccoli, mentre l’acido cloridrico uccide i batteri. Il succo gastrico aggredisce anche le mucose presenti nello stomaco. Ecco perché l’organismo le rigenera continuamente.
Nello stomaco il bolo si mischia con il succo gastrico. I muscoli presenti nello stomaco si contraggono poi in maniera circolare e compiono movimenti ondulatori. In base al contenuto di grassi, il bolo rimane nello stomaco tra una e sei ore. Il punto di passaggio tra lo stomaco e l’intestino tenue (piloro) lascia passare la quantità di bolo che l’intestino tenue riesce a digerire.
Melissa, tarassico e altre erbe aiutano ad alleviare alcuni disturbi come flatulenza o stitichezza. Esse rilassano e rigenerano l’intestino in modo naturale.
Il duodeno è il primo segmento dell’intestino tenue. In esso il bolo si mischia al secreto del pancreas e la bile prodotta dal fegato. Il secreto del pancreas contiene enzimi e sostanze basiche. Queste ultime neutralizzano l’acido cloridrico proveniente dallo stomaco. Gli enzimi, invece, scindono il cibo nei suoi costituenti per permettere all’intestino tenue di assorbirli. La bile contribuisce al processo digestivo di cibi ricchi di grassi. La parete interna dell’intestino tenue è costituita da una fitta rete di vasi sanguigni, i cosiddetti villi intestinali, attraverso i quali le sostanze nutritive vengono riversate nel sangue.
I batteri presenti nell’intestino crasso decompongono i residui di cibo non digeriti e, in circa dodici ore, ne estraggono le ultime sostanze nutritive utilizzabili. Essi assorbono acqua dal bolo aggiungendovi il muco per renderlo morbido e quindi più facile da espellere. L’intestino compie continui movimenti ondulatori per spingere in avanti le feci.
Il sistema nervoso vegetativo innesca il riflesso della defecazione: lo sfintere interno, la cui attività è autonoma, si rilascia. Quando poi anche lo sfintere più esterno, che possiamo invece controllare volontariamente, si rilascia, i residui di cibo vengono espulsi dal corpo passando per l’ano. Le feci sono costituite ora solo da cibo non digerito, muco, cellule della mucosa eliminate e batteri.
La digestione è strettamente legata al nostro benessere. Spesso ce se ne accorge quando l’apparato digerente non funziona più come dovrebbe. La costipazione o la flatulenza riducono la qualità della vita. L’intestino incide inoltre sulla psiche, più di quanto finora creduto.
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