La curcuma dà alla miscela di curry il colore giallo e il sapore aspro, che ha effetti sia nell’ambito culinario che in quello curativo. La capacità di risanare e rafforzare il tratto digestivo ha fatto salire la curcuma al terzo posto nella ricerca scientifica sulle piante officinali.
L’uso della curcuma è originario dell’Asia. Secondo la tradizione ayurvedica questa pianta officinale si impiega per pulire a fondo il tratto gastro-intestinale. Un rimedio universale, dato che il buon funzionamento della digestione è la base della salute. Questa cognizione si ritrova in seguito anche in erbari europei (Tabernaemontanus, 1613; Loeber, 1748), che indicano l’uso della curcuma nei casi di salute debole. Il largo spettro d’azione della curcuma è oggetto in tutto il mondo di molti articoli specializzati e, per quanto riguarda i disturbi gastro-intestinali, ha un potenziale di mercato come l’iperico contro la depressione o il ginkgo contro la demenza.
La curcuma favorisce la produzione di liquido biliare e la sua distribuzione tramite la cistifellea nell’intestino tenue, dove provvede alla digestione dei grassi. Questo effetto «colagogo» aiuta l’evacuazione agendo contro la costipazione. Inoltre lenisce le infiammazioni della mucosa intestinale e abbassa i valori sanguigni. La curcuma ha anche un effetto immunomodulatore e pulisce il tratto digestivo da parassiti, batteri e virus.
Grazie all’effetto antiossidante questa pianta protegge inoltre le cellule epatiche dagli effetti tossici dando al fegato la possibilità di svolgere a pieno la sua funzione disintossicante. La curcuma non è adatta per la preparazione semplice di un infuso perché i principi attivi della pianta sono lipidici e quindi non sono idrosolubili.
La pianta della curcuma cresce fino a circa un metro e ricorda un piccolo banano. Ha foglie come i gigli, che avvolgono il gambo. I fiori sono raccolti in spighe e sono di colore rosso acceso. L’arte officinale conosce due tipi di curcuma, equivalenti dal punto di vista terapeutico: la Curcuma longa, conosciuta come zafferano delle Indie o turmerico, e la Curcuma xanthorrhiza, conosciuta anche come zafferano di Giava.
La Curcuma longa ha un sapore amaro piccante, la Curcuma xanthorrhiza solo leggermente amaro. Dopo il raccolto la Curcuma longa viene scottata affinché non germogli; la Curcuma xanthorrhiza non necessita questo trattamento. Per questo motivo la Curcuma longa ha un colore giallo uniforme anche in sezione, mentre la Curcuma xanthorhhiza presenta anelli di colore arancione.
Contro l’intolleranza alimentare, i disturbi cronici della digestione e l’insufficienza epatica.
Come rimedio standardizzato
Assumere due dosi al giorno sotto forma di capsule. Se lo stomaco risulta troppo irritato, si deve ridurre la dose per evitare eventuali nausee. In questo caso lo stomaco è ancora troppo debole e deve essere condotto lentamente a un sano rafforzamento.
Sotto forma di polvere
Rimestare nel latte caldo un cucchiaino da tè di curcuma polverizzata (3 grammi) e bere a sorsi la mattina a digiuno e la sera prima di coricarsi. Assumere come cura durante sei setti-mane, si può prolungare fino a tre mesi.
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