L’azione della melatonina determina il nostro sonno. Ma come regola i nostri processi fisiologici questo ormone? Come possiamo influenzare il ritmo del nostro sonno? E perché è così importante dormire?
È grazie a questo ormone dal nome pacato «melatonina» se riusciamo ad avere un sonno ristoratore. Dato che l’azione di questo neurotrasmettitore è simile a quella di un sonnifero, viene anche chiamato «ormone del sonno».
Viene prodotto al buio dalla ghiandola pineale, situata nel nostro epitalamo, al di sopra del mesencefalo, e grande non più di un pisello. La melatonina, prodotta dalla ghiandola pineale a partire dall’ormone serotonina ci assopisce passando nel sangue.
Un sonno ristoratore rigenera il corpo e il cervello e rende generalmente più efficienti. Le funzioni più importanti:
In generale, la secrezione del neurotrasmettitore inizia tra le ore 19.30 e le ore 21.30 e la sua concentrazione aumenta rapidamente. La stanchezza prende poi subito il sopravvento. In un corpo sano, la concentrazione di melatonina continua ad aumentare durante la notte, fino a raggiungere il picco tra l’una e le tre del mattino, con lievi variazioni a seconda della stagione.
La produzione di melatonina cala all’indomani mattina, con l'arrivo della luce del giorno, inducendoci a svegliarci piano piano. La concentrazione di melatonina nel sangue, che cala nelle prime ore del mattino, scende quasi del tutto verso le ore 9. Resta generalmente a questo livello minimo per tutta la giornata. D’inverno, quando la luce del giorno è scarsa, è possibile che aumenti leggermente di nuovo durante la giornata, provocando una sensazione di stanchezza o persino depressione.
Ci sono vari modi per migliorare il riposo notturno. Questi tre rimedi possono aiutare a stabilizzare il ritmo veglia-sonno:
Ogni essere umano ha il proprio bioritmo. È dunque importante abituarsi a un ritmo veglia-sonno regolare e andare a letto rilassati. Solo così ci si sente riposati all’indomani. Praticare rituali o esercizi regolari può avere un effetto calmante: parliamo, ad esempio, di tecniche di rilassamento come il training autogeno, il rilassamento muscolare progressivo o alcuni semplici esercizi di respirazione. Una tisana rilassante o fragranze alla vaniglia o alla lavanda possono avere un effetto altrettanto positivo.
Dato che il buio favorisce la produzione di melatonina e la luce la inibisce, è possibile spostare il ritmo del sonno adattando la luminosità. Aumentando leggermente la luminosità al mattino presto è possibile ridurre la produzione del neurotrasmettitore. Ci si sveglia dunque prima, ma di sera ci si sente stanchi altrettanto prima. Al contrario, la luce di sera tende a posticipare l’addormentamento: si va a letto più tardi, ma si dorme più a lungo la mattina dopo.
Le banane sono ricche di L-triptofano, un aminoacido che il corpo è in grado di trasformare in melatonina. Quando si hanno problemi a trovare di notte un sonno ristoratore, una banana potrebbe apportare un po’ di sollievo.
Molti soffrono di disturbi del sonno. Particolarmente colpite sono le persone anziane, dato che, nel corso degli anni, l’organismo produce sempre meno melatonina. Questo è il motivo per cui la durata media del sonno cala progressivamente con l’avanzare dell’età.
Anche le persone che, viaggiando, cambiano spesso fuso orario e soffrono di jet lag o le persone che lavorano a turni hanno problemi di sonno. Può aiutarle un apporto artificiale dell’ormone del sonno. A tale riguardo, vi invitiamo a consultare il vostro medico.
Alcuni studi clinici hanno dimostrato che la melatonina è l’antiossidante endogeno più potente che ci sia. Questo ormone può inibire l’azione indesiderata dei radicali liberi formatisi per via della nicotina, dell’alcool o degli effetti nefasti di fattori ambientali, legandoli e neutralizzandoli. Dopo questo processo l’organismo li elimina.
I processi fisiologici seguono il cosiddetto «ritmo circadiano», che corrisponde a un lasso di tempo di circa 24 ore. Esso determina tra l’altro il ritmo veglia-sonno. Il nostro bioritmo, dettato dall’orologio interno, regola i processi fisiologici. Tra questi figurano la temperatura corporea, la produzione di cortisolo (l’ormone dello stress) o anche, appunto, l’ormone melatonina. Quest’ultimo non solo è determinante per la qualità del sonno, ma aiuta anche il corpo a rigenerarsi. Questo neurotrasmettitore protegge infatti le cellule, in particolar modo il delicato nucleo – e rafforza il sistema immunitario.
Se la produzione di melatonina è troppo scarsa, i radicali liberi prendono automaticamente il sopravvento. Ciò accelera l’invecchiamento dell’organismo. Per contrastare i segni d’invecchiamento, dobbiamo dormire a sufficienza. Se il sonno è disturbato, è importante ripristinare il prima possibile il normale ritmo del sonno.
Daniela Janssen (lic. phil. sonnologa e psicoterapista FSP) fa parte dell’équipe specialistica del reparto di sonnologia al Centro di Medicina del Sonno Hirslanden di Zurigo. Offre consulenza ad adulti, adolescenti e bambini affetti da disturbi del sonno. Lavora, inoltre, come psicoterapista nel proprio studio medico. Per questo articolo, Daniela Janssen ha affiancato il team della redazione fornendo consulenza informativa e redazionale.
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