Ammalarsi o avere un infortunio all’estero non è una bella prospettiva. Per fortuna esiste la nostra protezione all’estero. Due esempi illustrano perché è così preziosa.
«Cosa c’è di più bello di sfuggire al freddo? Nel dicembre 2017, io e mio marito siamo andati in Thailandia. Due settimane di sole, mare e palme. A un certo punto però mi sono venuti la febbre e i brividi. Sarà un raffreddamento, mi sono detta. Nemmeno la diarrea mi preoccupava. Un paese straniero, una cucina diversa, sono cose che succedono. Ma nonostante i medicamenti, le mie condizioni peggioravano. Alcuni giorni dopo ero all’ospedale di Pattaya con una setticemia. Di certo non mi ero immaginata così le mie vacanze. Ma non è tutto: tutti quei medicamenti mi hanno fatto venire una colite. Dopo un po’ di tempo si era formato un ascesso che ha richiesto in tutto quattro interventi. Durante una delle operazioni i medici hanno scoperto anche un tumore alla cistifellea che successivamente in Svizzera si è rivelato benigno. Non so come avrei fatto a superare questo calvario senza mio marito.
E senza Helsana, che ha organizzato tutto. In quello stato è impossibile mantenere la lucidità. Per questo è stato fondamentale sapere che qualcuno si sarebbe occupato delle cose importanti. Dopo oltre quattro settimane turbolenti in Thailandia sono finalmente riuscita a tornare a casa. Nella parte anteriore di un aereo di linea era stato preparato un letto per me.»
Se avete bisogno di noi mentre vi trovate in un Paese straniero, potete contare sulla nostra protezione completa gradi all’estero con servizio di assistenza 24 ore su 24: trasporti, costi di salvataggio, trattamenti ambulatoriali e stazionari o rimpatrio in Svizzera.
«Non vedevamo l’ora di trascorrere il weekend a Stoccolma. Ma il weekend si è trasformato in una settimana e mezzo, di cui la maggior parte in un letto di ospedale mentre mio marito restava in contatto continuo con Helsana e i medici sul posto. È iniziato tutto la prima sera. Dopo essere usciti dal ristorante sono iniziati i dolori alla pancia. Saranno state le cozze, ho pensato. Quando però al terzo giorno la situazione non migliorava, mio marito ha chiamato un’ambulanza. Da lì in poi ricordo poco. Grazie all’ostinazione di mio marito, dopo tre giorni è arrivata finalmente la diagnosi: infarto cardiaco.
Helsana ha fatto in modo che potessi tornare a casa il prima possibile. In compagnia di un’infermiera siamo tornati in aereo a Zurigo, dove mi hanno portato immediatamente in un ospedale e quindi in una clinica di riabilitazione. Ora sto di nuovo meglio. Ogni giorno sono grata di essere ancora viva. E sono grata a Helsana, che è stata al nostro fianco fornendoci consulenza e assistenza.»
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